Le indagini biologiche presentate in seguito sono parte di un ampio progetto di
indagini coordinato dall'ISCR all'interno del sito ipogeo della Domus Aurea.
Il progetto si concentra sull'area Est del sito ed, in particolare, sui Locali
114 e 131 già oggetto di studi approfonditi da parte dello stesso istituto
negli anni '80. Tali ambienti sono isolati dal resto della Domus Aurea grazie
ad un sistema di porte sigillanti che ha garantito, nel corso di due decenni,
un'ottima conservazione delle pitture murali in essi presenti.
Le sale 114 e 131 sono caratterizzate da livelli molto elevati di umidità relativa, pareti con contenuto di acqua prossimo alla
saturazione e valori di temperatura abbastanza stabili nel corso dell'anno; condizioni queste estremamente favorevoli allo sviluppo microbico.
Nell'ambito delle attività del cantiere del 2004 sono state condotte nella
sala 114 indagini per la verifica dello stato di conservazione dal punto di
vista biologico dei dipinti murali. L'attento esame dei fenomeni alterativi
presenti ha permesso di evidenziare diverse alterazioni di natura dubbia,
costituite prevalentemente da patine bianco-grigiastre di spessore variabile
oltre che a strutture scure di forma bastoncellare di dimensioni intorno al
millimetro. Erano, infine, visibili alterazioni sotto forma di minuscole
macchie caratterizzate da una colorazione verde brillante e patine, del
medesimo colore, molto sottili e limitate a piccole aree (0,3-1 cm).
Tali alterazioni sono state oggetto di documentazione fotografica,
riprese mediante videomicroscopio portatile e campionamento (Fig. 1).
|
Fig. 1 - le diverse morfologie di alterazione dovute a microflora foto autotrofa sottoposte a di campionamento.
|
Il materiale prelevato è stato sottoposto, in laboratorio, ad indagini
morfologiche allo stereomicroscopio ed al microscopio ottico, finalizzate
al riconoscimento tassonomico dei microrganismi ed organismi presenti.
I campioni prelevati sono stati sottoposti anche ad analisi colturali
finalizzare alla ricerca di microrganismi eterotrofi (batteri e funghi);
questi microrganismi risultano, infatti, particolarmente frequenti nella
colonizzazione di dipinti murali, intonaci e stucchi in ambienti ipogei
ed in presenza di residui terrosi sulle superfici.
Risultati
In tabella 1 sono descritte le forme di alterazione di chiara o
presunta natura biologica e i risultati ottenuti dalle osservazioni
al microscopio ottico e dalle analisi colturali.
|
Tabella 1 (click per ingrandire)
|
Per quanto riguarda la
microflora fotoautotrofa, le indagini condotte sul
campione 5, rappresentativo delle patine mostranti una colorazione verde,
hanno evidenziato la presenza di alghe coccali vitali della Classe
Chlorophyceae (Alghe Verdi), riferibili principalmente alle specie
Chlorella vulgaris e Chlorococcum minutum (Fig. 2). Questi microrganismi
sono noti colonizzatori di materiali lapidei ed il loro sviluppo si può
verificare sia all'aperto sia in ambienti chiusi illuminati. Poiché essi
prediligono elevati valori di umidità relativa, negli ambienti ipogei umidi
ed illuminati essi trovano le condizioni più favorevoli al loro sviluppo.
All'interno delle biocenosi costituenti le patine verdi, sono stati rinvenuti sporadicamente anche alghe
appartenenti alla classe Crisophyceae ordine Pennate, molte delle quali con contenuto citoplasmatico degenerato.
|
Fig. 2 - Fotografia al microscopio ottico di Chlorococcum
|
Unitamente ai taxa microbici, nel campione 5 sono state individuate
molte strutture filamentose chiaramente riconducibili ad organismi
più complessi; si tratta di protonemi di muschi che, sulla base della
morfologia e della colorazione, possono essere considerati vitali ed
anche in fase attiva di crescita (Fig. 3).
|
Fig. 3 - Fotografia al microscopio ottico di protonemi di muschio
|
Per quel che riguarda la
microflora eterotrofa, i risultati delle analisi mostrano che nella
fase iniziale del cantiere erano presenti sui dipinti numerosi batteri appartenenti al gruppo
degli attinomiceti, microrganismi tipici del suolo ampiamente diffusi negli ambienti ipogei.
Durante lo svolgimento del cantiere è stato registrato un incremento
delle colonizzazioni biologiche visibili ad occhio nudo quale probabile
risposta adattativa alle modificate condizioni climatiche della stanza e
alle mutate condizioni di illuminamento della stessa. Si sono notate, infatti,
colonie di neoformazione in forma di macchie fioccose biancastre e piccole macchie
viola-rossastro aderenti al substrato. Ulteriori indagini hanno permesso di
attribuire la formazione delle colonie fioccose bianche allo sviluppo di funghi
(
Micelia Sterilia e
Penicillium sp.) e le colonie violacee a batteri eterotrofi
(Attinomiceti del gruppo degli
Streptomyces) (Fig. 4).
|
Fig. 4 - Immagini al videmicroscopio (x 50) di Attinomiceti sulla superficie dell'affresco
|