In considerazione delle delicate condizioni ambientali e dello stato
conservativo delle pitture, è stato necessario eseguire la completa
disinfezione dell'ambiente e delle pitture non solo per abbattere
la carica batterica e trattare le alterazioni biologiche ma anche
in forma preventiva durante gli interventi di restauro.
I distacchi dell'intonaco sono stati risarciti mediante iniezioni di calce idraulica,
capace di tirare anche in presenza di acqua. Per la volta, si è ricorso a calci
idrauliche con formulazioni più leggere pensate per il riempimento di grossi vuoti.
I distacchi più gravi hanno richiesto l'impiego di puntelli a pressione, per
garantire la tenuta della superficie distaccata durante l'iniezione e per migliorare
l'adesione in fase di presa.
La pulitura è proceduta per gradi, tenendo conto delle diverse tipologie di
alterazione, ed effettuando numerosi test prima di definire la metodologia di
intervento. Lo strato terroso è stato rimosso meccanicamente, sui depositi di
maggiore spessore, e con solventi apolari a batuffolo, sui depositi più sottili.
Le efflorescenze saline sono state trattate impiegando soluzioni saline, supportate
da carta giapponese, e applicate con tempi di contatto variabili in base alla
tipologia di alterazione. Le sostanze sciolte sono state rimosse rullando sulla
superficie un tampone di cotone leggermente inumidito.
Per le stuccature degli strati preparatori è stata messa a punto
una malta a base di calce, polvere di calcare e polvere di marmo
di colore e granulometria simile all'originale; le stuccature,
limitate solo alle lacune e non alle abrasioni dell'intonaco,
sono state tenute leggermente sotto il livello della superficie
pittorica e rifinite imitando una superficie leggermente rugosa
ad imitazione dell'intonaco originale abraso.
Per la presentazione estetica degli affreschi, il fine perseguito è stato
quello di assicurare una buona lettura del testo pittorico, abbassando
cromaticamente le lacune di maggiore impatto. La reintegrazione, così descritta,
è stata eseguita con colori ad acquerello ricucendo le micro mancanze di
pellicola pittorica con velature a tono e reintegrando le mancanze di
pellicola pittorica più estese e le abrasioni con una velatura grigio-marrone
(tecnica del 'acqua sporca'); con la stessa velatura si è cercato, ove possibile,
di suggerire le principali linee della composizione architettonica.
|
Foto 1 - 2
Tasselli di pulitura.
|
|
Foto 3 - 4
Confronto tra prima e dopo gli interventi di restauro
|
|
Foto 5 - 6
Confronto tra prima e dopo gli interventi di restauro
|
|
Foto 7 - 8
Confronto tra prima e dopo gli interventi di restauro
|